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TRE GIORNI DI FESTA CON LA COMUNITA’ DI MONDEGGI

L’esperienza di Mondeggi Bene Comune Fattoria Senza Padroni da oltre tre anni lavora e si impegna nel contrastare l’alienazione della fattoria di Mondeggi, rivendicando la terra come bene comune, grazie alla comunità che la presidia, la cura e la custodisce attraverso pratiche di autogoverno per trasmetterla in buone condizioni alle genarazioni future.
Per questo nei giorni 30 giugno e 1 e 2 luglio sarà celebrato il terzo anno di custodia popolare delle terre di Mondeggi e a tale scopo si invita tutta la cittadinanza a partecipare a queste giornate di festa.
Nonostante le istituzioni, proprietarie del bene e responsabili del suo degrado, rifiutino ancora un confronto costruttivo con questa ormai grande porzione di popolazione attiva, abbiamo deciso di continuare la nostra sperimentazione e di fare un grande passo in avanti.
Noi comunità di Mondeggi siamo infatti l’unico soggetto che da più di tre anni si occupa della terra e degli immobili impedendone un degrado irreversibile: abbiamo pertanto deciso di formalizzare questo nostro impegno e responsabilità all’interno di una “DICHIARAZIONE DI GESTIONE CIVICA” del bene comune agricolo di Mondeggi.
Partendo da questo documento, grazie anche alla collaborazione e al confronto con altre esperienze nazionali più evolute in questa direzione, nel corso dei tre giorni di festa potremo discutere e approfondire il significato di uso civico, gestione civica di un bene comune, e tutto ciò che concerne le pratiche di autogoverno caratterizzate dall’orizzontalità decisionale.

Ricordiamo..

– che è possibile campeggiare intorno alla fattoria

– di portarsi bicchiere, piatto e posate

– se possibile, di lasciare il proprio cane a casa

– di portare i propri arnesi da lavoro, ogni competenza sarà utile

-di organizzarsi più possibile con altri, in modo da non avere un eccessivo afflusso di auto

Via di Mondeggi n° 4, Bagno a Ripoli, Firenze

Come arrivare..

In bus: da Piazza San Marco (pochi passi dalla stazione di Santa Maria Novella) prendi bus n° 32 (direzione Antella) > scendi al capolinea >

sali a piedi per Croce a Balatro, continua per 1km circa verso Mondeggi

oppure

sempre da Piazza San Marco prendi bus n° 31 (direzione Grassina) > Scendi alla fermata “Grassina 02” > prendi bus n° 49 (direzione S.Polo) >

scendi alla fermata “Castel Ruggero” > sali a piedi per circa 1km

In macchina: da Autostrada A1 > Uscita Firenze Sud > Mantieni la destra per Ponte a Ema/Greve/Siena > segui le indicazioni per Grassina > dopo il centro abitato segui indicazioni per “Villa Mondeggi”

oppure

da Raccordo FI-SI > uscita Firenze Impruneta > imbocca A1 verso Firenze/Pisa Nord > Uscita Firenze Sud > come sopra

VI ASPETTIAMO!

8 DICEMBRE 2015
TUTTI A FIRENZE PER SOSTENERE
L’ AGRICOLTURA CONTADINA E LA SOVRANITA’ ALIMENTARE DEI TERRITORI
UNA RISPOSTA DAL BASSO PER FERMARE IL RISCADAMENTO GLOBALE
La sovranità’ alimentare attraverso l’ agricoltura contadina e’ la vera soluzione alla crisi climatica globale.
L’ agricoltura contadina alimenta il mondo e raffredda la terra.
I nostri governi, ormai completamente assoggettati alle multinazionali, privatizzano la ricchezza dei territori e socializzano devastazioni e povertà’. Uniamoci per proporre e attuare nuove forme di convivenza sociale intorno alla terra basate sul mutuo soccorso e sulla gestione dal basso delle risorse. Le esperienze di autogestione e di riappropriazione della terra nate intorno a Firenze, i comitati che attuano forme di cura spontanea del territorio e decine di contadini invitano tutta la popolazione ad una giornata di confronto,di contaminazione, di informazione e di organizzazione a sostegno del loro impegno per la sovranità’ alimentare nel quadro delle mobilitazioni mondiali promosse dalla Via Campesina in occasione del cop 21 di Parigi.

L’agricoltura contadina ha oggi un’ importanza fondamentale nel contribuire in modo sostanziale alla soluzione di alcuni grandi problemi che affliggono il nostro mondo . Anche nei nostri territori sono chiaramente visibili cambiamenti del clima e si riscontrano già i primi disagi sia nelle campagne sia nelle città . Ormai è certo come questi problemi, il cambio climatico, l’inquinamento e le terre aride non più produttive, siano originati da attività umane e non siano frutto di “fatalità”. Pochi soggetti transnazionali traggono enormi profitti a danno della maggior parte della popolazione mondiale mentre i governi, ormai non più “sovrani” sui propri territori, continuano a non fare l’interesse della collettività che rappresentano e prendono provvedimenti contrari al bene comune come la vendita di terre pubbliche. Nonostante il grande contributo che sta dando, l’agricoltura contadina, per la soluzione dei problemi sociali e climatici continua ad essere ignorata se non addirittura messa “fuorilegge”, come proprio in questi giorni accade all’esperienza di Mondeggi che sta subendo un duro attacco da parte delle istituzioni che si trincerano dietro una pretestuosa retorica legalitaria.

ORE 10.00 Piazza Della Santissima Annunziata (FI) durante il Mercato della Fierucola
Interventi degli agricoltori, presentazione di libri, laboratori pratici per grandi e piccoli

ORE 13.30 Pranzo Condiviso (portati forchetta, piatto, bicchiere e cibo da condividere)

ORE 15:30 ritrovo in piazza San Marco CORTEO DELLE CARRIOLE
Abbiamo pensato alla carriola come uno degli attrezzi che accomuna chi lavora la terra. Portatevene una e riempitela con i temi o i prodotti che vi riguardano. Vogliamo fare una marcia pacifica nel centro di Firenze passando sotto i palazzi istituzionali per ricordare ancora una volta la realtà di pubblico interesse che rappresentiamo.
Non ci divideremo ancora una volta fra buoni e cattivi, non crediamo che i nostri nemici sono gli altri piccoli produttori e chi li sostiene. Si fanno leggi per cancellarci e si preparano accordi transatlantici (TTIP) per eliminare ogni possibile resistenza anche legale davanti ai profitti delle multinazionali.
Non stiamo a guardare!
Promuovono: Mondeggi bene Comune, I’Rovo, Terre di Lastra Bene Comune, Collettivo d’agraria, O.C.A (orti collettivi autogestiti), Genuino Clandestino

Aderiscono: La polveriera Spazio Comune (FI), Rete dei gas Fiorentini, il popolo degli Elfi (PT), Csa Next Emerson, Associazione Altrarno (Fi), Movimento Salviamo le Apuane, Comitato CinEtico (FI), Comitato fiorentino Stop TTIP, Medicina Democratica, Carta di Panzano (FI), Una città in comune (Fi), RiMaflow, fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio, Spazio Fuorimercato di Milano, Rete nazionale Communia, Ri-Make Milano, Communia Roma – Spazio di Mutuo Soccorso / Collettivi Universitari Sapienza, Diritti a Sud di Nardò (LE), SfruttaZero – Nardò, Solidaria – Bari; Fuori dal ghetto/OMB – Venosa/Palazzo S.Gervasio, Blocco Anticapitalista Versilise / Communia Viareggio, Mercato Terra Terra Roma, Progetto Rebeldia (PI), Municipio dei beni comuni di Pisa, distretto di economia solidale Altro Tirreno, LaBoje Spazio Sociale Mantova, Eat the Rich, VAG61, Campi Aperti (BO) , NO TAV Presidio di Venaus, bio-mercatino Mangiasano Impruneta, Mamme No Inceneritore, Ateneo libertario, World Wide Opportunities for Organic Farming (WWOOF), perUnaltracittà (Fi), Senza Spreco (FI), Asoociazione Rurale Italiana, Amigo Sem Terra, Mercato Brado (TR), Biodistretto di Montalbano

Per adesioni scrivere a: orius@inventati.org (le realtà che aderiscono possono preparare un panello in A2 per esporlo in occasione dell’iniziativa)

Per maggiori informazioni visita il sito: http://tbcfirenzemondeggi.noblogs.org/ Facebook: Mondeggi Bene Comune

Raccogliere per Esistere

Raccolta Popolare delle Olive – 29 Novembre 2015 – Mondeggi – Terra Bene Comune

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Si usano le mani e si usa il cuore. 
                                                                      
Sui teli vengono raccolte olive ed i sogni di tante persone accomunate da una visione: quella di vivere l’agricoltura e la terra condividendola, rispettandola e coltivandola.

La raccolta di Domenica 29 Novembre ha visto diverse generazioni di persone che si sono unite perchè credono che la terra di Mondeggi sia una risorsa per tutti, ed in quanto tale vorrebbero continuare a vedere crescere il progetto socio-agrario di autogestione di beni comuni che a Mondeggi stiamo portando avanti.

Quanti altri oliveti hanno visto tutte queste persone unirsi autonomamente per raccogliere olive con gioia, con il sorriso e gratuitamente, senza chiedere nient’altro che la terra rimanga a disposizione della collettività? Tutte queste persone sostengono questo progetto perchè sanno che un altro modo di fare agricoltura sia più di un sogno, sanno che è già realtà.
Al contrario, quante sono invece le aziende agrarie formalmente riconosciute dalle autorità che assumono operai agricoli pagandoli anche meno del minimo sindacale e che fanno scelte agronomiche basate primariamente sul rendimento economico senza prioritizzare anche aspetti etici, sociali ed ambientali?
Mondeggi propone un modello agricolo, sociale e politico basato sulla condivisione  e coltivazione della terra ribaltando quelli che oggi sono invece modelli agricoli dati per scontati e dai quali sembra non si possa uscire.  Gli  stessi modelli che hanno costretto 2 milioni di agricoltori a chiudere le loro aziende negli ultimi 20 anni.

Proponiamo e abbiamo già messo in pratica un modello agro-sostenibile anche in termini economici ma dove la collettività trae dei benefici sociali che vanno al di la del denaro e dove il prodotto ottenuto è intriso di valori aggiunti.

Quello a cui si è assistito domenica 29 Novembre è stato un esempio concreto di come la terra può essere un veicolo per promuovere aggregazione sociale, affermazione dell’identità culturale e territoriale, responsabilizzazione collettiva per l’autogestione di un bene comune e molto altro. Domenica sono scesi/e “in campo”  studentesse/i, operaie/i, pensionati/e, bambini/e, impiegati/e, contadine/i, disoccupati/e etc…tutti accumunati dalla voglia di contribuire ad un progetto che oltre ad essere un modello agricolo è anche testimonianza del valore sociale aggiunto che si può ricavare dalla terra quando è la popolazione che la coltiva autonomamente.
Lo dimostra il numero di persone che si sono riunite anche questa domenica, ognuna con un vissuto estremamente diverso ma accomunate da una visione comune.

L’olio prodotto dalle olive raccolte in questa giornata sarà redistribuito sul territorio senza trarne profitto economico ma con la volontà di condividere un alimento sacro e prodotto da un bene comune: la terra.

Perchè la terra non è di chi la compra: la Terra è Terra.
Ed a Mondeggi non si raccoglie per il “padrone”, ma si raccoglie con tutti quelli che vogliono portare avanti questo progetto.

Lettera aperta ai contadini veri

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Cari contadine e contadini “veri” dell’area metropolitana Firenze e Prato, anche io sono stato uno di voi, sono stato iscritto alla CIA dal 1986 fino a non molto tempo fa.
Ho i capelli bianchi e sono contadino da quando avevo 18 anni.
Ho un podere nel comune di Montespertoli e per svariate vicissitudini lavorative mi sono ritrovato in serie difficoltà. Purtroppo difficoltà comuni a molti di noi visto che negli ultimi 30 anni in Italia hanno chiuso i battenti quasi 2 milioni di aziende agricole .
Oppresso dai debiti ,principalmente con le banche e con lo stato per tasse dichiarate che non mi è stato possibile pagare , ho progressivamente ridotto la mia attività e da “imprenditore” sono tornato a fare il contadino, certo non quello “vero”, che rispetta leggi e regolamenti, ma quello clandestino, quello che non rispetta la legalità . Non rispetto la legalità non perchè non lo voglio ma semplicemente perchè non mi è possibile con questo ordinamento così asimmetrico e iniquo e vi spiego perché . Lavoro un podere di una diecina di ettari e faccio agricoltura contadina con tecniche e principi di agroecologia. Produco ortaggi, frutta, cereali, legumi, vino, e per completare il ciclo naturale delle rotazioni e impiegare il foraggio prodotto ho delle vacche che mi danno compost, latte e carne.
Vendo i miei prodotti in mercati contadini locali autogestiti.
Non pensate né che sono pazzo né che sono superman faccio tutto questo in piccolissima scala , pensando a produrre il cibo per l’ autosufficienza alimentare della mia famiglia e per la creazione di una piccola economia derivata dalle eccedenze stagionali. In alcuni momenti eseguo delle trasformazioni di prodotti primari nella mia cucina di casa .
Se ci pensiamo bene faccio quello che i contadini hanno sempre fatto fino ad 30/40 anni fa , ma andiamo avanti.
La scala della mia produzione non mi permette di essere in regola con le norme e i regolamenti dell’attuale ordinamento giuridico in materia di produzioni del cibo essendo questi esattamente gli stessi per me e per l’agroindustria legata alla grande distribuzione organizzata (GDO).
Ma allarghiamo ora il quadro della situazione.
Nella nostra società chiunque intraprenda un mestiere di produzione di beni o servizi è definito dal codice civile “imprenditore”, con un processo a senso unico dalla riforma dei patti agrari (negli anni ’70 ) a oggi chiunque conduce una azienda agricola, piccola o grande che sia è un imprenditore agricolo (art. 2135 C.C.).
La “Legge di orientamento in agricoltura” D.Lgs 228/01 ha perfezionato il terribile disegno secondo il quale l’imprenditore agricolo (ex contadino) diventa una vera e propria impresa di mercato (in un sistema neoliberista e capitalista) ed è costretto a strutturarsi come qualsiasi altra impresa. Questo ultimo elemento ha costretto milioni di contadini ad adottare il modello unico della competitività commerciale e della logica del profitto nella propria attività, con conseguenze disastrose, umane e ambientali.
La selezione forzosa all’interno del mondo agricolo che si è basata su criteri economicisti e sulla disponibilità di capitali da mettere in gioco oltre che da una personale attitudine al commercio (essere più o meno predatori) ha prodotto l’accorpamento fondiario funzionale all’agroindustria e alla GDO. Insomma , citando un certo Che Guevara (qualcuno se lo ricorda? Si bravi quello delle magliette) a proposito del neoliberismo diceva: “libere volpi insieme a libere galline” .
Le stesse caratteristiche di pluriattività, produzioni di qualità, filiera corta – che da sempre sono state le comuni caratteristiche positive del buon contadino – oggi vengono riprese in chiave aziendalista come diversificazione dell’impresa sul mercato, e quindi, necessariamente, dipendenti dalla logica dei bilanci aziendali e del saggio di profitto. Appare quindi una figura di imprenditore la cui finalità prima è di produrre profitto in agricoltura, nell’ambito della competizione globale di mercato (da qui marchi, marchiettini, DOP, DOC, e via e via…. burocrazia balzelli, faccendieri e azzeccagarbugli). Tutto questo gioco al massacro (nostro) dei potentati economici e dei governi locali e nazionali a loro asserviti è responsabile di devastazioni umane e ambientali come la scomparsa dei contadini e della loro preziosa cultura, la perdita della sovranità alimentare delle comunità sui territori, la perdita della fertilità dei nostri terreni, l’erosione dei suoli, la salinificazione dovuta all’abuso di imput chimici nelle colture, la desertificazione di vaste aree ecc. ecc. Ed infine, ormai la comunità scientifica concorda nell’affermare che il caos climatico e più precisamente il riscaldamento globale del pianeta è generato per circa il 50 % dalla produzione industriale del cibo e a breve può causare disastri ambientali e sociali dalle conseguenze imprevedibili e catastrofiche, abbiamo gia dei segnali importanti.
Insomma un quadro non molto confortante, ma torniamo al motivo per il quale ho sentito l’esigenza di scrivere queste righe .
Frequento l’esperienza di MONDEGGI BENE COMUNE FATTORIA SENZA PADRONI fin dalla sua origine, anzi ne sono orgogliosamente uno dei fondatori e promotori, faccio parte come attivista di un movimento contadino nazionale che si chiama Genuino Clandestino.
Ho molte cose da dirvi in relazione a quella lettera scritta dal vostro presidente, il Signor Filippo Legnaioli che nel suo il compito di vostro rappresentante vi definisce i contadini, “quelli veri”, affermando che i clandestini di Mondeggi ovviamente non sono contadini veri e non lo sono perché, esattamente come me, non rispettano la legalità come presumibilmente lo fate voi.
Questo attacco da parte del presidente della CIA fiorentina nei confronti di una esperienza importante e significativa come quella di Mondeggi si trincera dietro la facile retorica legalitaria con l’effetto di dividere quel poco che resta del mondo contadino del nostro territorio e con lo scopo ultimo di sostenere una logica corporativista funzionale alle leggi di mercato.
Le stesse leggi che hanno determinato l’impoverimento del mondo contadino.
L’esperienza di Mondeggi tenta di sottrarsi, per tutti i motivi che ho esposto prima, alle imposizioni di chi promuove la privatizzazione delle risorse contemporaneamente alla collettivizzazione dei rischi e dei debiti sociali e ambientali e per questo non è nella legalità.
L’esperienza di Mondeggi tenta di porre un rimedio ai seri problemi che questo “sistema ” sta generando e tenta nell’interesse collettivo di rendere visibile a tutti una possibile alternativa che si basa sulla partecipazione attiva e consapevole, su una vera democrazia in autonomia e autogestione. Aiutarci a renderla legale farebbe bene a tutti quanti, anche a voi e ai vostri figli.
Siete davvero ancora convinti che la “concorrenza sleale ” alle vostre attività la faccia Mondeggi con l’immissione dei suoi prodotti sul mercato locale oppure la vera concorrenza quella che fa veramente male proviene da un sistema dominato dalla GDO e dalle sue regole?
E dove erano la CIA e gli altri sindacati agricoli in tutti questi anni, mentre questi meccanismi di cui parlavo sopra si sono formati e perfezionati? Come mai il sindacato dei contadini ha permesso tutto questo e ora addirittura attacca chi decide di fare quello che avrebbero dovuto fare loro?
Non sarà mica che i nostri sindacati agricoli hanno interessi economici e/o politici in società che ritirano i raccolti monoculturali dei contadini-imprenditori e vendono agli stessi tutto ciò che gli occorre per coltivare (semi, concimi, pesticidi e macchine e penso ai consorzi agrari e alle cooperative)?
Non sarà mica che sempre i nostri sindacati agricoli sono partecipi o proprietari di società che sbrigano le nostre complicatissime incombenze legali e fiscali, organizzano corsi, corsettini, patentini e la tenuta di incomprensibili registri e che solo loro possono darci l’ “aiuto” con il quale possiamo sentirci tranquilli e in regola?
Non saranno mica sempre loro che siedono ai tavoli di concertazione insieme alle regioni per decidere in merito alle norme di recepimento delle politiche agro-ambientali europee che muovono enormi risorse pubbliche in transito dall’agricoltura verso le banche e l’industria passando sopra ai poveri imprenditori-contadini?
Non saranno mica sempre loro che dipendendo strettamente dai partiti politici in un reciproco aiuto utilizzano le nostre deleghe in bianco per perseguire scopi che sempre meno appaiono negli interessi della collettività?
Mi farebbe piacere comunque parlarne e confrontarci anche a voce con tutti voi e vi invito a contattarmi per organizzare un incontro, magari a Mondeggi .
Buon lavoro,

Giovanni Pandolfini

La risposta di Mondeggi agli attacchi di CIA e Città Metropolitana

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Dopo giorni di discussioni, ecco finalmente il comunicato di risposta agli attacchi che abbiamo subito. Ci teniamo a dirvi che grazie a questa storia tante persone hanno conosciuto questa realtà e vogliono aiutarci.

Riguardo ad alcune interpretazioni mistificanti recentemente circolate, è bene stabilire che Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza padroni (MBC) non è un’azienda, neppure in senso informale; cioè non persegue un utile privato, tantomeno giovandosi dell’indebito sfruttamento di risorse pubbliche. Neppure è un’associazione costituitasi allo scopo di arraffare quel che è possibile dal patrimonio di risorse di un territorio poco sorvegliato, nascondendosi dietro l’agitazione di confusi ideali comunitari. Com’è peraltro sempre stato dichiarato, il progetto MBC è nato per impedire la svendita di un bene comune e per recuperarne la completezza della funzione paesistica, come la chiamano gli architetti dell’Università che ci hanno accompagnato in questa esperienza. Per un verso si trattava di sottrarre il territorio all’abbandono e al degrado nei quali lo aveva lasciato l’amministrazione pubblica; per l’altro di non sprecarne ulteriormente le potenzialità culturali, sociali ed economiche mettendole a disposizione della comunità. Che dopo sedici mesi questo programma sia in avanzato corso di realizzazione, lo si può verificare semplicemente salendo a Mondeggi. La sua fioritura colturale, l’arricchimento della sua biodiversità (frutteto con 400 piante, api, capre, orti, seminativi, ecc.), il suo riassetto, la sua ripulitura, il ripristinato rapporto del territorio con la comunità locale e con quella sua parte (decine di gruppi familiari e non) che se ne sta occupando direttamente da circa un anno prendendosi cura di una cospicua porzione di oliveta e coltivando orti sociali, sono fatti ampiamente accertabili da chiunque abbia anche solo un vago ricordo di ciò che era diventata la tenuta. Meno verificabile, ma non per questo meno reale, è la qualità dell’intervento operato che ha ignorato ogni tipo di trattamento chimico consentendo a una terra resa spoglia dalla precedente gestione di riattivare il proprio circolo vitale. L’iniziativa ha investito anche il terreno culturale e sociale, con la scuola contadina e i corsi di informazione sulle medicine olistiche (entrambi tenuti gratuitamente da esperti e professionisti), eventi estivi cinematografici e teatrali, convegni e incontri con varie personalità di assoluto rilievo nazionale ed internazionale che hanno voluto manifestare in tal modo la loro adesione alla nostra iniziativa. E altro si potrebbe ancora elencare.
Se qualcuno pensa che l’ottenimento di tali risultati – che, sia chiaro, non sono gonfiati ma reali – non abbia comportato e comporti tuttora pesanti sacrifici tanto economici che personali soprattutto per coloro che da oltre un anno si stanno impegnando direttamente nel recupero e nella valorizzazione dell’area, o non ha riflettuto minimamente sull’argomento o vuole sostenere un gioco politico piuttosto sporco per denigrare una delle pochissime, vere opposizioni alla cessione di Mondeggi, con il cui ricavato le istituzioni contano di coprire le magagne e i debiti provocati dalla propria gestione. Per eliminare ogni dubbio, è bene ribadire che a tutt’oggi MBC non solo non garantisce reddito, ma deve ancora completare la restituzione dei finanziamenti che i suoi attivisti e sostenitori hanno devoluto a copertura dei costi delle opere di ripristino, manutenzione, coltivazione e per l’acquisto dell’attrezzatura indispensabile (trattore compreso).
Qualcuno ci accusa di evadere le obbligazioni necessarie per accedere al mercato. Forse è vero. Ma a quale mercato ci si riferisce? A quello dominato dalla Grande Distribuzione che impone prescrizioni, adempimenti e normative in grado di essere sostenute (e pagate) solo dagli agenti economici più strutturati che di norma sono anche quelli più rapaci e inquinanti? A quello che è libero soltanto nominalmente e che in realtà viene determinato dagli operatori economici più potenti e influenti in evidente alleanza con ogni livello della classe politica? Quello stesso mercato dal quale, appunto per tali motivi, è stata espulsa gran parte delle attività di piccola scala, con le conseguenze economiche, sociali e di scarsissima genuinità del prodotto, che da qualche decennio sono sotto gli occhi di tutti? Quello che non offre più lavoro se non precario, sottopagato e privo di diritti, proprio perché nelle mani di potentati il cui unico scopo è il massimo profitto a qualsiasi costo?
MBC non distribuisce profitti perché non li prevede. MBC coltiva biologico e non utilizza inquinanti chimici perché non li prevede. MBC non reclama recinzioni o chiusure che ne proteggano gli interessi perché non le prevede. MBC non sfrutta manodopera migrante o interna, né direttamente né indirettamente, perché non lo prevede. In conclusione, MBC si occupa di un bene comune, della sua salvaguardia e della sua apertura alle esigenze dell’intera comunità territoriale, anche di quella sua parte che, senza molto senso del ridicolo, sembra sentirsi minacciata più dalla nostra attività che dalla dittatura della Grande Distribuzione.
E, a proposito di senso del ridicolo, dov’erano i solerti politici che oggi invocano legalità, quando i consigli di amministrazione controllati dai loro partiti distruggevano Mondeggi con strategie aziendali dissennate; dov’erano quando la collettività è stata chiamata a farsi carico dell’enorme debito che ne è derivato? Loro, così sensibili alla legalità, credono davvero che per l’ennesima volta si sia assistito solo a un episodio di cattiva imprenditorialità e che convenienze personali e pratiche legate al voto di scambio debbano essere considerate senz’altro estranee alla vicenda?
Domande retoriche. Se il problema fosse effettivamente il rispetto della legalità, i nostri critici si sarebbero mobilitati da tempo contro la mala-gestione della cosa pubblica in generale e di Mondeggi in particolare; così come avrebbero reclamato il rispetto delle norme costituzionali, ad esempio laddove (art. 41) affermano che l’iniziativa economica “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Diciamo chiaramente ciò che pensa chiunque: nella concezione istituzionale la legalità è un concetto elastico, la cui applicazione troppo spesso pare adattarsi agli interessi economico-politici dominanti. Non è una gran scoperta, ma rende a dir poco indisponente il continuo richiamo all’osservanza delle regole da parte di istituzioni che infrangono costantemente quelle che esse stesse stabiliscono, tanto da trascinarci al primo posto nella classifica stilata dagli organismi internazionali sui Paesi più corrotti d’Europa.
Ognuno si tenga le idee che vuole ma, per favore, che ci siano risparmiate ipocrite lezioni di pseudo-legalità o correttezza economica da parte di chi, in materia, non può vantare alcuna autorevolezza etica o morale.
Un’ultima precisazione. Quando era solo un Comitato, quindi ben prima dell’inizio della custodia popolare, MBC ha cercato per un inverno intero un accordo con i dirigenti politici di Comune e Provincia per concordare una concessione di Mondeggi in applicazione del principio di sussidiarietà anch’esso stabilito dalla Costituzione (art. 118). La controparte è stata molto sfuggente smentendo ogni volta le sue stesse proposte e le aperture fatte intravedere nell’incontro precedente, conducendo un gioco estenuante e privo di certezze, ben noto a chi ha avuto a che fare con gli amministratori pubblici. Ancora pochi mesi fa ci è stata rinnovata la vecchia promessa di costituire un tavolo nel quale i vari soggetti interessati potessero confrontarsi e concordare un piano di rinascita di Mondeggi. Siamo ancora in attesa di notizie. Nel frattempo riaffermiamo la nostra disponibilità a dibattere di questi temi nelle sedi istituzionali e in quelle pubbliche. Così come ribadiamo l’invito a venire a Mondeggi sia per verificare di persona se quanto andiamo dicendo corrisponde o meno alla realtà, sia per partecipare su base individuale e paritaria alla gestione e alla realizzazione del Progetto che riguarda il loro Bene Comune.

Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni

vedi anche

 

Raccolta popolare delle olive 2015

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Domenica 25 ottobre, dalle ore 9,00

Parcheggio vicino al cane di pietra all’inizio del viale alberato che porta alla Villa di Mondeggi angolo con via di Pullicciano

ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE per la giornata di raccolta collettiva delle olive, tutti e tutte di tutte le età sono benvenuti !
Pranzo condiviso: porta del cibo e delle bevande e non dimenticare stoviglie, piatti e bicchieri. Alle 17 sarà data una bottiglia piccola di olio a chi avrà partecipato alla raccolta. IMPORTANTE porta rastrellini/manine, guanti e teli/reti (se li hai) per la raccolta.
Dalle 17 ale 22 dj set e aperitivo musicale nell’aia di Rusciano con bruschetta con l’olio nuovo di Mondeggi

CommuniaFest a Mondeggi 18-20 settembre

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dal 18 al 20 settembre Seminario nazionale del Network Communia
alla Fattoria senza padroni Mondeggi
Bagno a Ripoli (Firenze)

Riappropriazione sociale, mutuo soccorso, conflitto. Alternative politiche e pratiche sociali in cammino

Come si rompe con austerità e neoliberismo in Europa? E’ possibile costruire un’alternativa basata sul protagonismo popolare e l’autogestione?
Come si consolidano le resistenze sociali e le reti nazionali e continentali delle esperienze di mutuo soccorso, autogestione conflittuale, riappropriazione?
Come si costruisce autorganizzazione, Autogoverno decentralizzato e “poder popular”?

3 giorni di incontri:
* contro il ricatto del debito
* sul familismo e la propaganda “anti-gender”,
* su precarietà/ reddito /lavoro dignitoso,
* per autoproduzioni e filiere corte/ sfruttamento zero / sostegno alla sovranità alimentare
* su riappropriazione / mutualismo conflittuale/ autogestione,
* su potere, resistenze e soggetti politici nell’Europa dell’austerità

Spettacoli teatrali e musica in compagnia

La partecipazione al seminario è aperta e gratuita (sottoscrizione volontaria per condivisione spese organizzative)
Contributo per ogni pasto 6 euro

Per info: info@communianet.org

PROGRAMMA
Venerdì 18 settembre
* dalle 10.00 accoglienza e visita di Mondeggi, fattoria senza padroni
* alle 14.30 appuntamento collettivo per spiegazioni tecniche, presentazione della fattoria, indicazioni sul programma
* dalle 15.00 – workshop:
– una campagna contro il debito – per un Cadtm italiano
– familismo e propaganda “anti-gender”
* alle 18.30 – plenaria: un nuovo “manifesto” di Communia Network. Discussione sulle pratiche, le identità e la costruzione di nuova politica della rete.

* dopo cena: serata conviviale in fattoria

Sabato 19 settembre:
* alle 10.00 – plenaria: “Potere, resistenze e soggetti politici nell’Europa dell’austerità”.

Intervengono: Lidia Cirillo; Raul Camargo (deputato di Podemos a Madrid, membro di anticapitalistas); una/un compagna/o dalla Grecia
* dalle 15.00 – workshop:
– Precarietà, reddito, lavoro dignitoso. La costruzione dello sciopero sociale
– Spazio fuorimercato. Autoproduzioni e filiere corte, sfruttamento zero e sostegno alla sovranità alimentare

* alle 18.00 – plenaria: “Riappropriazione, mutualismo conflittuale, autogestione. Dalle esperienze alla costruzione di una nuova idea di politica”

Intervengono: Gigi Malabarba (RiMaflow); Daniel Tanuro (LCR-SAP Belgio e autore de £L’impossibile capitalismo verde”); esperienze di autogestione produttiva e sociale
* dopo cena: spettacolo del Teatro contadino libertario e musica all nite long

Domenica 20 settembre
* alle 10.00 – plenaria: Organizzazione del Network Communia, strumenti di comunicazione, iniziative, campagne e pratiche per l’autunno

Finalmente il pane di Mondeggi!

Mondeggi – 7-8 settembre

Laboratorio teorico-pratico di panificazione con grani antichi a lievitazione naturale

con Nicolas Supiot, contadino fornaio bretone

Aperto a tutti!

È arrivato il momento: la popolazione di grani antichi messa a coltura nei terreni abbandonati di Mondeggi sta per donarci i suoi frutti. I grani raccolti, sono pronti per essere macinati e trasformati.

Come celebrare i primi deliziosi pani prodotti da questo frumento, se non con una due giorni di laboratori e incontri sui grani antichi e sulla loro panificazione?

Avremo l’occasione di farlo in compagnia di Nicolas Supiot, noto contadino fornaio bretone attivo nella rete Semences Paysannes, che condurrà i laboratori sulla panificazione; e con la Rete Semi Rurali, di cui potremo conoscere il lavoro di rete per quanto riguarda la coltivazione dei grani antichi.

Infine, durante le due giornate proporremo l’organizzazione a Mondeggi di un’autoproduzione di pane da consumo, per cui verranno raccolti i contatti degli interessati del territorio. Nella serata di martedi ci sarà l’occasione per iniziare una prima fase organizzativa.

Importante: durante le due giornate le cene e i pranzi sono condivisi, vale a dire che ognuno porta qualcosa e si mangia insieme.

Per i laboratori è gradita la prenotazione per agevolarne l’organizzazione (anche sms: Andrea 3381170825 / Daniele 3282128888). È gradita un’offerta volontaria per contribuire alle spese dell’iniziativa.

Programma delle due giornate:
Lunedi 7 settembre

– dalle ore 9 alle ore 16 –
Laboratorio teorico-pratico di panificazione con grani antichi a lievitazione naturale (con Nicolas Supiot)

Pranzo condiviso

– dalle ore 17 –
La rete dei grani antichi
con Rete Semi Rurali

Cena condivisa

Martedi 8 settembre

– dalle ore 9 –
Visita ai campi e allo stoccaggio dei grani di Mondeggi
Tavolo di confronto su coltivazione e conservazione del grano

Pranzo condiviso

– dalle ore 15 –
La macinazione del grano
Ultima parte del laboratorio teorico-pratico di panificazione con grani antichi a lievitazione naturale (con Nicolas Supiot)

Cena condivisa

– dalle ore 21 –
Pane e socialità: il forno comunitario di Mondeggi

Mondeggi Bene Comune Fattoria senza Padroni

Per informazioni e prenotazioni: danieleamorati@yahoo.it

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